a cura di Simone Laghi, Bologna, Ut Orpheus Edizioni, 2022 (Ad Parnassum Studies, 13), pp. x+254, ISBN: 978-88-8109-527-8.
Prendendo come spunto le celebrazioni per il 300° anniversario della nascita del violinista Tommaso Paolo Alberghi (1716-1785), il volume è dedicato alla tradizione violinistica italiana, non solamente per quanto riguarda la produzione musicale (in gran parte ancora da rivalorizzare) ma anche per la didattica, le implicazioni economiche e la valenza sociale di questo sostrato musicale. La divisione di questo volume rispecchia queste tre aree di ricerca, partendo da osservazioni legate alla prassi esecutiva e alla riscoperta e rivalutazione di fonti musicali relative ai faentini Tommaso Paolo Alberghi (1716-1785) e Giuseppe Sarti (1729-1802), al cagliaritano Giuseppe Agus (1722-1798), e al padovano Domenico Dall’Oglio (1709-1764). In questa sezione si inseriscono anche i contributi relativi alla prassi esecutiva derivati da trattati di grande diffusione come quello di Pierfrancesco Tosi (1654-1732). Di notevole rilevanza anche l’elaborato di Kateryna Ielysieieva dedicato al fondo della collezione Razumovsky presso la Biblioteca Nazionale Ucraina, contenente partiture di innumerevoli composizioni degli autori italiani in viaggio verso la Russia del Settecento. La seconda sezione pone in risalto l’eredità di Giuseppe Tartini e della sua ‘Scuola delle Nazioni’, in particolare l’influenza che egli ha avuto nell’ambito dell’ornamentazione del secondo Settecento. Nella terza parte si prendono in considerazione aspetti legati alla professionalità del violinista del Settecento in luoghi specifici come Napoli, Bologna e Parigi. Il volume termina con due contributi, il primo dei quali suggerisce una riflessione sulla necessità di ripensare l’attività violinistica non più in funzione del concetto di ‘scuola’, ma in senso più ampio prendendo in relazione anche i contesti familiari e i rapporti umani fra i musicisti; e il secondo è un’analisi del consistente numero di composizioni dedicate al repertorio dei duetti per due violini in ambito tartiniano e della loro rilevanza in ambito divulgativo, didattico e sociale.
Diplomato in viola e in violino, Simone Laghi ha conseguito il Diploma di Secondo Livello in Discipline Musicali presso il Conservatorio ‘B. Maderna’ di Cesena. Si appassiona allo studio della musica antica sotto la guida di Stefano Marcocchi e, nel giugno 2010, ottiene la Laurea in Violino Barocco al Conservatorio di Amsterdam nella classe di Lucy Van Dael. Attivo come membro di importanti ensemble come Europa Galante, Arte dell’Arco, i Barocchisti e Collegio Ghislieri, si cimenta nella riscoperta di capolavori italiani di autori del ’700. Dal 2013 è Direttore Artistico dell’Ensemble Symposium, progetto dedicato alla ricerca e rivalutazione del patrimonio musicale italiano del periodo classico, con particolare riferimento al repertorio per quartetto d’archi. Nel 2017 ha ottenuto un Dottorato di Ricerca in Music Performance all’Università di Cardiff (UK), dedicato alla prassi esecutiva della musica da camera italiana nella seconda metà del xviii secolo, con particolare riferimento alle opere del compositore e cantante Venanzio Rauzzini (1746-1810). In qualità di ricercatore ha pubblicato per diverte riviste accademiche, quali Ad Parnassum, Eighteenth-Century Music ed Early Music Performer. Dal 2021 è titolare di una cattedra di Storia della Musica al Conservatorio Statale ‘Agostino Steffani’ di Castelfranco Veneto.